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Le origini di una storia esemplare

Da molti decenni, la comunità di Porto Potenza Picena, in provincia di Macerata, vive in stretto rapporto con una struttura sanitaria di eccellenza: l’Istituto di Riabilitazione Santo Stefano. La storia di questa relazione è nata più di un secolo fa: nel 1923 il conte Gian Carlo Conestabile della Staffa, di famiglia umbra, costruì sul litorale adriatico portopotentino un edificio per ospitare gratuitamente dapprima le vedove e gli orfani perugini della guerra mondiale, poi fanciulli di Perugia ed Assisi che avevano predisposizione alla tubercolosi. Tante persone, grazie a quella generosità, poterono curarsi al sole di Porto Potenza, traendo benefici per la loro salute. Successivamente la struttura divenne ospedale e prese il nome di Istituto Chirurgico Elioterapico Divina Provvidenza.

Nel 1961 al Santo Stefano cominciarono ad essere ricoverati pazienti spastici ed invalidi civili necessitanti di riabilitazione fisica e mentale. Per le vie portopotentine si iniziarono a vedere le prime carrozzine che, nel tempo, sono diventate una presenza familiare per la gente locale. Incontrare le persone con disabilità, scambiare con loro un saluto ed un sorriso, diventarne amici fu naturale e spontaneo.

Il Santo Stefano seppe rispondere con grande organizzazione e competenza alle tante richieste che pervenivano da ogni parte d’Italia. Si lavorò molto e con dedizione al recupero delle persone ricoverate, avendo anche cura del loro inserimento nella società quando venivano dimesse: si aveva ben chiaro il percorso da compiere per consentire ai pazienti di poter entrare con pieno diritto e pari dignità nella vita sociale.

L’attenzione ai bisogni dei pazienti, il dedicare loro le migliori competenze professionali, la capacità degli operatori di svolgere il loro lavoro quotidiano con lodevoli qualità umane sono alcune delle caratteristiche proprie dell’ attività del Santo Stefano. Dagli anni Settanta in avanti, l’importante struttura sanitaria ha dato vita a scuole per terapisti della riabilitazione e per educatori professionali, ha creato, dal 1974, una capillare rete di centri ambulatoriali nell’ Italia centrale ed oltre, per essere sempre più vicina ai bisogni della gente. In tempi più recenti, il Santo Stefano ha moltiplicato la sua presenza in varie attività sanitarie, fornendo un importante servizio al territorio. E in una realtà come questa, che promuove l’inclusione sociale e la valorizzazione della persona e delle sue qualità, è naturale si sia sviluppata una grande attenzione allo sport come prezioso strumento che favorisce i rapporti interpersonali e rende più bella l’esistenza quotidiana.

La storia della Santo Stefano Sport

Alla base della promozione sportiva nell’Istituto Santo Stefano di Porto Potenza Picena vi sono il reinserimento sociale ed il rilancio motivazionale della persona. Nel 1976 è nata la Santo Stefano Sport, prima società sportiva marchigiana e terza in Italia dedicata ai diversamente abili. Negli anni si sono praticate varie discipline: basket in carrozzina, atletica leggera, tiro a segno, golf, calcio a cinque e vela. Il basket in carrozzina ha conosciuto una crescita esponenziale. Negli anni Settanta del secolo scorso, quando la società sportiva era sorta da poco, i ragazzi che praticavano questa disciplina utilizzavano mezzi pesanti e manovrabili con difficoltà: la fatica fisica era tanta ma molto maggiore era l’entusiasmo di fare sport. Andare in contropiede e tornare in difesa era davvero uno sforzo rilevante ma quei giovani, “pionieri” della pratica della pallacanestro in carrozzina, hanno permesso che l’impegno proseguisse e che, ad oggi, la squadra della Santo Stefano Kos Group abbia un ruolo da assoluta protagonista in campo nazionale (vinti uno Scudetto, due Coppe Italia, una Supercoppa italiana) ed internazionale (conquistate una Coppa Vergauwen, due Coppe Brinkmann, una EuroCup 1). La statura europea della squadra di Porto Potenza Picena è stata ufficialmente riconosciuta dalla IWBF, la Federazione internazionale di basket in carrozzina: nel periodo 2019-2024, in virtù dei risultati conseguiti, la compagine adriatica è salita al sesto posto assoluto della graduatoria continentale, prima delle italiane, posizione di enorme prestigio, davanti a formazioni di grandi città d’Europa. La pratica sportiva è di vitale importanza e va promossa senza indugi: al di là delle pur lusinghiere affermazioni sui campi di gara, i valori più importanti sono la valorizzazione della persona e delle sue capacità, lo sviluppo di relazioni interpersonali, una sana autostima, il frequentare ambienti ricchi di rilevanti stimoli. La dignità della persona trova nello sport uno strumento prezioso che favorisce una vita migliore.

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